STORIA
DELLE
REPUBBLICHE ITALIANE
DEI
SECOLI DI MEZZO

DI

J. C. L. SIMONDO SISMONDI

delle Accademie italiana, di Wilna, di Cagliari,
dei Georgofili, di Ginevra ec.

Traduzione dal francese.


TOMO VII.


ITALIA
1818.

[3]

STORIA

DELLE

REPUBBLICHE ITALIANE


CAPITOLO XLVIII.

Pontefici d'Avignone. Urbano V vuolericondurre la santa sede in Roma. — Secondaspedizione di Carlo IVin Italia; è cagione in Pisa dellaruina di Giovanni Agnello, ed inSiena di quella dei dodici. — Vienescacciato da quest'ultima città. — Rendela libertà a Lucca.

1365 = 1369.

Innocenzo IV era morto in Avignoneil 12 settembre del 1362, ed il conclavegli aveva dato per successore GuglielmoGrimoardo, abate di san Vittore di Marsiglia,che non era cardinale. Questopapa, che prese il nome d'Urbano V, eradi già il sesto tra quelli d'Avignone.[4]Clemente V, aveva il primo trasportatala santa sede in Francia l'anno 1305.Dopo di lui Giovanni XXII, Benedetto XII,Clemente VI, ed Innocenzo VI, avevanocontinuato a vivere come esiliati lontanidalla loro capitale e dalla loro greggia.Durante una residenza di sessant'anni, ipontefici e la loro corte si erano stabilitiin Avignone, come se mai non dovesseroabbandonare questa città, e ne avevanoacquistata la sovranità da Giovanna di Napoli,contessa di Provenza; vi avevanofabbricati magnifici palazzi, e si erano affezionatiad un soggiorno, ove niun desideriodi libertà tra il popolo, verunainclinazione alla turbolenza tra i nobili,turbava la loro tranquillità, inquietavala loro mollezza. Omai il collegiode' cardinali più non era compostoche di Francesi; Urbano V era dellastessa nazione, ed aveva opinione di essereattaccato al suo paese natale, quantopoteva esserlo ogni altro suo compatriotto;il re di Francia vivamente desideravadi ritenere la corte pontificia ne' suoistati, ond'era difficile il prevedere inqual modo potessero i papi ritornaregiammai all'antica loro sede.

Per altro la dimora de' pontefici inAvignone aveva avuta la più perniciosa[5]influenza sui costumi della chiesa, sullasua politica, sul suo riposo, sulla suafede. La corruzione de' prelati, la scandalosae disonesta vita de' giovani cardinali,innalzati alla porpora dal favore odall'intrigo, erano talmente notorj, cheAvignone più non era indicata con altronome che con quello di Babilonia occidentale.Nè quest'epiteto trovasi soltantonelle amare invettive del Petrarca, manelle lettere e nelle scritture degli uominipiù moderati e più religiosi del14.º secolo. Avignone conteneva la schiumadegl'Italiani e de' Francesi; colà venivanoa cercare fortuna gl'intrigantid'ogni nazione, che avevano seco portatii più odiosi difetti de' loro compatriotti;e il popolo e la corte d'Avignoneavevano convertito in costume ciò chedalle altre nazioni risguardavasi come vizio.Ne' precedenti secoli la corte di Romaera già stata rico

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